A.A.A. Sampdoria cercasi

SAMPDORIA-CHIEVO 0-0
LA PARTITA
Il caso-Cassano, il gioco che latita, la classifica che comincia a piangere, la situazione non invidiabile in Europa League, i primi fischi. L’ultimo mese della Sampdoria ha messo a dura prova l’armonia dell’ambiente blucerchiato, che negli ultimi tempi si è ritrovato in una situazione inaspettata. Contro il Chievo si è vista l’ennesima prova incolore della squadra di Di Carlo, che tra campionato e coppe, è giunta alla quarta partita consecutiva senza reti realizzate. È vero che anche l’unico gol è stato incassato col Parma: la difesa infatti è l’unico reparto che riesce a salvarsi, visto che là davanti non la butta più dentro nessuno e a centrocampo non si riesce ad imporre il proprio gioco. Il tecnico di Cassino contro la sua ex squadra mette un centrocampo di lavoro, tenendo fuori Poli, non ancora al meglio, e Palombo, forfait dell’ultimo momento. L’unica volontà della Samp è quella di mettere al centro dell’area dei cross per le torri Pozzi e Pazzini. Troppo lunghi quelli di Guberti, troppo timidi quelli di Koman; e quasi mai, questi arrivano dal fondo, ma dalla trequarti, a complicare ulteriormente il lavoro delle punte.
Abbiamo messo tra le note liete la difesa, specie nei due centrali (Gastaldello chiamato ancora una volta da Prandelli). Ma anche Curci sta aiutando notevolmente la squadra, scrollandosi di dosso tutte le incertezze che avevano accompagnato il suo arrivo. Il portiere romano è bravo su Thereau nel primo tempo e sulla botta da fuori di Bogliacino nell’avvio della ripresa. Quell’avvio che ci aveva illuso ad un secondo tempo giocato a ritmi alti. Poco prima infatti, nell’altro fronte Guberti aveva sfiorato il vantaggio con un rasoterra sul secondo palo, finito fuori di poco. Ma è tutto un bluff, proprio come giovedì al Tardini. Passano pochi minuti, e la gara torna al ritmo soporifero della prima frazione. Due tiri deboli e centrali (di Pazzini e Tissone) e null’altro. Al fischio finale di Pinzani, il Ferraris dedica i primi fischi della stagione alla squadra, che non riesce più ad esprimersi a buoni livelli, nemmeno tra le mura amiche, nelle quali si era costruita la stagione scorsa. Per la prima volta nei suoi otto anni di presidenza, anche il presidente Garrone è stato contestato da una parte della tifoseria (in settimana c’era stato anche un raduno di tifosi davanti alla sede della squadra per chiedere una pace tra Garrone e Cassano). Proprio la gestione del caso di Fantantonio, sta dividendo la tifoseria in due fazioni: quella pro-Cassano e quella pro-Garrone. In una stagione che sta prendendo una brutta piega, non ci voleva proprio. Anche perché un motivo di divisione all’interno del tifo doriano c’era già (e ovviamente non riguarda solo quello della Samp): la tessera del tifoso.
LE PAGELLE
Curci 6,5: uno dei più attenti. Ormai è una certezza.
Cacciatore 6: non fa rimpiangere Zauri.
Gastaldello 6,5: con l’assenza di Palombo e Cassano, si prende la fascia da capitano. Più che meritata.
Lucchini 6,5: benissimo, come sempre.
Ziegler 6: a differenza di altre occasioni, meglio in copertura che in fase d’attacco.
Koman 4,5: troppo timido. In un 4-4-2, l’esterno di centrocampo deve saltare l’uomo, dare velocità e crossare dal fondo. Col Chievo non si è visto niente di tutto ciò.
Tissone 6: fa il suo, senza troppe sbavature.
Dessena 5: troppa confusione a centrocampo.
Guberti 5,5: è l’unico che velocizza la manovra, ma poi questa si esaurisce in cross fuori misura. Il suo tiro fuori di poco nella ripresa è l’occasione più ghiotta dei doriani.
Pazzini 5: sembra aver dimenticato come si segna.
Pozzi 5: si pesta i piedi con Pazzini. Forse non è la coppia d’attacco più adatta.

Padalino 6: gioca poco, ma ci mette un gran cuore. È costretto ad uscire per infortunio, quando la Samp aveva esaurito i cambi.
Marilungo 5: non offre nulla di più rispetto a Pozzi e Pazzini.
Poli 5: deve assolutamente ritrovare la forma. Senza Cassano, i suoi piedi buoni serviranno tantissimo.
Di Carlo 5: i frutti del suo lavoro (ancora) non si vedono. Per la sua Samp arrivano i primi fischi, dopo troppe partite giocate male.
Nelle foto, la delusione di Pozzi e una presa di Sorrentino su Koman.

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