Ascoli-Samp, un ricordo che non si cancella


Sei anni fa, nei secondi immediatamente successivi alla partita Ascoli-Sampdoria, passai uno dei momenti più brutti della mia vita. Mi trovavo nel settore ospiti dello stadio di Ascoli, il Del Duca, con mia madre e la mia ragazza. Appena terminata la partita, dalla parte opposta dello stadio, venne sparato contro la curva sampdoriana un razzo di segnalazione navale, che concluse la sua folle corsa nei gradoni davanti a noi. Da lì partirono delle schegge di cemento che colpirono mia madre sulla fronte, appena sopra l’occhio. Vidi mia madre completamente insaguinata nel volto e nei vestiti, che mi domandava in lacrime cosa fosse accaduto. La gara era appena terminata e stavamo raccogliendo le nostre cose per andarcene: un ragazzino di sedici e uno di diciotto anni, entrati a pochi minuti dal termine della gara (in barba alla sicurezza promessa dal decreto Pisanu, entrato in vigore proprio in quei giorni), per fare una «ragazzata» (parole loro), avevano sparato un razzo contro la folla (chi da ragazzo, non spara i razzi contro le persone?). La follia di due persone annoiate rovinava la vita di chi non c’entrava nulla: questo, era accaduto. Mia madre era stesa a terra in condizioni paurose; la mia ragazza, alla sua prima volta in uno stadio, era sbiancata e non riusciva a dire mezza parola dalla paura. Andammo in ospedale ad Ascoli accompagnati dalla polizia, io non riuscivo nemmeno a chiamare a casa dallo shock perché mi tremavano le mani e non riuscivo a comporre i numeri. Solo poi, quando riuscii a mettermi in contatto con mio padre e mio fratello, avrei scoperto che loro avevano assistito al tutto in diretta tv. In ospedale, i primi segnali non indussero all’ottimismo. «La signora Ambretta rischia di perdere l’occhio», si diceva. Non fu così, ma seguirono giorni di ricovero negli ospedali di Teramo prima, e di Fano (la città in cui viviamo) poi.
Nel finire degli anni Settanta, un incidente analogo ma ancor più tragico, si verificò allo stadio di Roma in un derby: il tifoso Vincenzo Paparelli, colpito da un razzo, perse la vita. A mia madre è andata meglio, anche se da allora convive con una cicatrice in fronte, con forti mal di testa e vertigini, con un’apprensione costante, con frequenti visite dai dottori; e per passare all’aspetto più materiale, ingenti spese tra avvocati e visite (e non a Fano: a Ancona, a Urbino, a Ravenna, addirittura a Foggia). Ancora oggi la mia famiglia non è stata risarcita di un solo euro, e questo mi preme sottolinearlo. Dover attendere anni per venir rimborsati e non chiudere definitivamente questa pagina, non fa altro che tenere aperta una ferita.
Non parlo mai troppo volentieri di questo fatto (in questo blog è la prima volta), perché mi rimanda a quel periodo orribile, fatto di pianti, isterismi e persino sensi di colpa. Già, perché quell’Ascoli-Samp era il mio regalo di compleanno, e insistetti io, allora diciannovenne, ad andare alla partita, visto che la Sampdoria raramente gioca vicino a Fano. E non vi dico la fatica per procurarmi i biglietti… Tra l’altro, iniziavo l’università proprio in quei giorni e l’inserimento a causa di questo fatto, fu molto difficile.

Chiudo con un pensiero per Marotta, Novellino e il dottor Baldari, che vennero in ospedale subito dopo la partita a trovarci e anche nei giorni seguenti, ci furono vicini. La Samp ci invitò poi in seguito ad assistere ad una gara a Marassi. E la mia famiglia, non dimentica l’affetto e la solidarietà che ci giunsero da tutte le parti di Italia, soprattutto da Genova e Ascoli. Magliette, sciarpe, cartoline, lettere: tutto materiale che conserviamo gelosamente per ricordare l’unica parte buona di questo fatto.

Ecco alcune foto di quel dannato 16 ottobre 2005:
 
 
 
 
(Per chi vuole approfondire: su Google, scrivendo “razzo di Ascoli” o “Ambretta Piergiovanni” troverete decine di cronache dell’accaduto)

One thought on “Ascoli-Samp, un ricordo che non si cancella

  1. http://www.pianetasamp.blogspot.comRicordo benissimo quell'episodio Giovanni anche perchè anch'io quel pomeriggio ero sugli spalti del Del Duca!Sentii un sibilo, neanche troppo forte a dir la verità ( io ero spostato sulla destra rispetto a dove cadde il razzo )e poi vidi il marasma che ne seguì con l'intervento delle forze dell'ordine che cercarono di sedare quel clima di tensione che inevitabilmente si stava creando…La vicenda che purtroppo ha visto protagonista tua mamma come certamente saprai ebbe molto risalto,sia sui vari forum che sulle emittenti locali, ricordo un suo intervento telefonico a Primocanale se non sbaglio…Davvero una brutta esperienza e che rabbia apprendere che non avete ancora avuto giustizia…spero comunque che nonostante tutto tu abbia ancora voglia di entrare in uno stadio…P.S: ma siete poi venuti a Genova a vedere la Samp? Ciao e visto che ci siamo auguri di buon compleanno!

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