È stato brutto finché è durato

SAMPDORIA-PSV 1-2


LA PARTITA
A casa con un turno d’anticipo e con una sola vittoria (uno striminzito 1-0 su rigore contro il Debrecen, fermo a zero punti): giusto così. La Sampdoria di quest’anno non meritava di stare in Europa e meritatamente esce di scena dai palcoscenici continentali. Normale quando si tratta come una gita la doppia sfida contro la diretta concorrente (che non era il PSV, ma il Metalist. Affrontato senza Pazzini e Palombo all’andata, senza Pazzini per i primi sessanta minuti del ritorno). Questa sfida interna contro gli olandesi serviva per riaccendere la speranza e fino a non molto dalla conclusione, eravamo ancora in corsa. Poi è giunto il 2-1 del Metalist sull’altro campo (al 90’…) e per noi, fermi sull’1-1 e in calo netto rispetto ad un bel primo tempo, è stato il buio. A quel punto anche il pareggio col PSV non ci sarebbe più servito. Peccato, perché a causa del ritardo di dieci minuti su cui viaggiava la nostra gara, abbiamo avuto anche più tempo per capire quale fosse il risultato da raggiungere: un mini-vantaggio che non è stato sfruttato. Anzi, in quei 10 minuti la Samp  ha finito di sgonfiarsi, processo iniziato già dall’1-1 di Toivonen. Prima Marilungo si fa cacciare per proteste contro arbitro e guardalinee, rei di avergli fischiato un fuorigioco, lasciando la squadra, già stanca e con l’obbligo di segnare, con un uomo in meno, col solo Pazzini in avanti (in panchina non c’erano attaccanti, a causa del forfait di Pozzi); poi, arriva anche il 2-1, firmato ancora da Toivonen.

Se è giusto uscire dall’Europa, troppo pesante è invece aver pagato con la sconfitta questa gara col PSV. Le squadre si sono divise la partita, prendendosi un tempo a testa. Il primo è quello della squadra di Di Carlo. Marilungo colpisce l’incrocio dei pali dopo sette minuti, e in generale, i padroni di casa sono i padroni del campo. A metà primo tempo, Lucchini si fa male in un contrasto e deve abbandonare il terreno di gioco. Un minuto dopo, un black-out dei riflettori ferma il gioco per nove minuti (ecco perché il nostro match da qui in poi è in ritardo rispetto a quello di Kharkiv). Quando si riparte, è sempre la Samp a condurre il match: Pazzini di testa al 48′ (o 39′, se consideriamo bloccato il cronometro), sblocca il punteggio sfruttando al meglio un traversone di Ziegler, tuffandosi sulla sfera, nonostante la marcatura di Bouma. All’inizio del secondo tempo, ecco la metamorfosi della Samp, ormai una prerogativa di quest’annata. Il PSV preme e trova il gol già al 51′: Afellay mette al centro, Cacciatore si perde Toivonen, che ringrazia e di testa batte Curci, mettendo a segno l’1-1. Volta si mangia il gol del 2-1, non trovando la porta da pochi passi, ma è un fuoco di paglia: ormai sono i biancorossi a gestire l’incontro. Il pari può comunque andar bene, visto che in Ucraina, Metalist e Debrecen sono sull’1-1. Ma al 90′ di Kharkiv (il nostro 81′), cambia il risultato e con esso, i nostri sogni di gloria. In due minuti arrivano la stupida espulsione di Marilungo e l’1-2, con la squadra sbilanciata: Curci salva su Berg, ma non può nulla sulla ribattuta di Toivonen, che regala ai suoi una bella vittoria.

Ai sedicesimi, arrivano le due squadre che più meritano la qualificazione: il PSV e il Metalist. La Samp chiuderà in Ungheria contro l’altra delusa del girone, questa maledetta stagione europea, iniziata col preliminare di Champions perso col Werder. Ma se la squadra non era attrezzata per affrontare l’Europa League (mai successo di uscire alla penultima gara), tanto meno lo sarebbe stata in Champions.

Ora si riparte col campionato: obiettivo, rigiocare l’Europa l’anno prossimo. Per poi snobbarla. Chiaro, no?

LE PAGELLE
Curci 6: incolpevole sul gol; da un brivido quando si lascia sorpassare dal pallone e lo va a riprendere  proprio sulla riga di porta. Molto bravo su una punizione di Dzsudzsak.
Cacciatore 4: si perde nettamente Toivonen sul gol e va in bambola a seguire. Ricorderà più volentieri il match d’andata, quando segnò un gol.
Gastaldello 6,5: non molla mai.
Lucchini 6: peccato il suo infortunio (trauma distorsivo al ginocchio). I suoi 24 minuti erano stati buoni.
Ziegler 6: molto impreciso dietro (non è una novità), più utile davanti (non è una novità): suo il cross per Pazzini nel vantaggio doriano.
Dessena 5: sbaglia molti palloni. Su tutti, quello del primo tempo, quando cincischia a metà campo, facendo involare Dzsudzsak.
Palombo 6: servito da Mannini nel finale (sull’1-1), litiga coi piedi e non riesce a liberare il tiro da dentro l’area. Cala nella ripresa, insieme al resto della squadra.
Poli 6: è uno dei primi a sparire, Di Carlo lo toglie per un Mannini più vispo.
Koman 5: non si vede proprio mai.
Marilungo 4: non tanto per la partita (colpisce pure un palo al 7′), ma per l’espulsione. Non esiste che un attaccante si faccia espellere a pochi minuti dal termine in una situazione disperata, dove (a cambi esauriti e ad ogni modo, senza punte in panchina) bisogna buttarla dentro per forza. E per cosa, poi? Per aver buttato via il pallone per protestare col guardalinee…
Pazzini 6,5: da un mese a questa parte, segna solo lui. Urge trovargli un partner.

Volta 5,5: ha l’occasione di segnare di testa su un corner, ma non trova lo specchio della porta. Peccato perché il portiere era malpiazzato e la distanza ravvicinata.
Guberti 5,5: non riesce a dare quel qualcosa in più.
Mannini 6,5: entra e ravviva un po’ il centrocampo blucerchiato. Bella una sua serpentina sulla destra, col cross basso al centro, che Palombo non riesce a sfruttare.

Di Carlo 5,5: la sua Samp in Europa non è riuscita ad esprimersi. Per la prima volta, la Samp giocherà in Europa una partita inutile: l’errore è nella doppia sfida col Metalist, presa sotto gamba.

Nelle foto, la delusione finale di Curci e un contrasto Mannini-Afellay.

One thought on “È stato brutto finché è durato

  1. http://www.pianetasamp.blogspot.comCiao Giovannicome scrivi giustamente tu la qualificazione l'abbiamo buttata via non ieri ( dove nel complesso abbiamo giocato discretamente ) ma nella doppia sfida col Metalist, peccato perchè la qualificazione era ampiamente alla nostra portata…Ora rituffiamoci in campionato e in soprattutto Coppa Italia dove voglio arrivare fino in fondo…ciao!

Comments are closed.