Europa League – terzo turno preliminare – andata / SAMPDORIA-VOJVODINA 0-4

 
 
Torino (stadio Olimpico), 30 luglio 2015
SAMPDORIA-VOJVODINA 0-4
4′ pt Ivanic; 4′ st Stanisavljevic, 13′ st Ozegovic, 46′ st Ozegovic.
  
SAMPDORIA (4-3-3): Viviano; Cassani, Silvestre, Palombo (14′ st Regini), Zukanovic; Barreto, Fernando, Soriano; Eder, Muriel (28′ st Bonazzoli), Krsticic (14′ st Wszolek). In panchina: Brignoli, Coda, Salamon, Ivan. Allenatore: Zenga.
VOJVODINA (4-2-3-1): Zakula; Vasilic, Pankov, Djuric, Nastic; Sekulic, Maksimovic; Stanisavljevic (40′ st Stamenic), Ivanic (42′ st Babic), Puskaric (26′ st Palocevic); Ozegovic. In panchina: Kordic, Pekaric, Lakicevic, Kordic. Allenatore: Zagorcic.
ARBITRO: Ekberg (Svezia).
  
NOTE: ammoniti Sekulic, Pankov e Stanisavljevic; recupero: 0′ pt, 4′ st.
DIVISE: Sampdoria in maglia blu, pantaloncini bianchi, calzettoni bianchi; Vojvodina in maglia a quarti bianco-rossa, pantaloncini rossi, calzettoni rossi.
I risultati: mercoledì 29 luglio, ore 18: Jablonec-Copenaghen 0-1; giovedì 30 luglio, ore 16.45: K. Almaty-Aberdeen 2-1; ore 18: Elfsborg-Odd 2-1; ore 19: Aik-Atromitos 1-3, Altach-Vitoria Guimaraes 2-1, Apollon-Gabala 1-1, Krasnodar-Slovan Bratislava 2-0, Liberec-Shmona 2-1, Paok-Trnava 1-0, Sturm Graz-Rubin Kazan 2-3; ore 19.30: Az Alkmaar-Basaksehir 2-0, Thun-Vaduz 0-0, Zilina-Vorskla 2-0, Zurigo-Dinamo Minsk 0-1; ore 20: Asa Targu Mures-St. Etienne 0-3. Brondby-Omonia 0-0, Debrecen-Rosenborg 2-3, Kukesi-Legia Varsavia 0-3 a tavolino (sospesa sull’1-2 perché un oggetto ha colpito un giocatore del Legia), Rabotnicki-Trabzonspor 1-0; ore 20.30: Bordeaux-Aek Larnaca 3-0, Charleroi-Zorya 0-2, Standard Liegi-Zeljeznicar 2-1; ore 20.45: Athletic Bilbao-Inter Baku 2-0, West Ham-Astra 2-2; ore 21: Belenenses-Göteborg 2-1, Hajduk Spalato-Strömsgodset 2-0, Sampdoria-Vojvodina 0-4; ore 21.05: Ac Wolfsberger-Borussia Dortmund 0-1, Southampton-Vitesse 3-0.
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IL COMMENTO.
Che la nostra Europa – tanto sognata, poi perduta sul campo e poi riguadagnata ai danni del Genoa per via della mancata licenza Uefa consegnata ai cugini – finisse già al 30 luglio, non poteva prevederlo neppure il tifoso più pessimista. E invece sul neutro di Torino, utilizzato perché al Ferraris ci sono lavori di manutenzione, accade l’impensabile: i serbi del Vojvodina travolgono la Sampdoria per 4-0, prendendo a pallate e umiliando una squadra che tornava nelle coppe dopo cinque stagioni di digiuno. In una sera si è riusciti a rovinare tutto il lavoro della scorsa brillante stagione, sotto gli occhi increduli di una tifoseria, che sognava ben altro e invece ha dovuto mandar giù prima l’esilio in un’altra regione e poi il risultato, il peggiore di sempre tra quelli collezionati in campo europeo tra le mura amiche. Il debutto di Zenga sulla panchina blucerchiata è così scioccante che si parla già di un possibile esonero dopo il match di ritorno, a questo punto limitato a una gita nella città dove riposa Vujadin Boskov, idolo tanto della Samp, quanto del club di Novi Sad. La serata dell’Olimpico fa accapponare la pelle: si fatica a credere che quella scesa in campo sia una squadra in ritiro da un mese apposta per questo match. Movimenti sbagliati, palle perse, giocatori piantati al terreno, tiri sbilenchi.
Un incubo che inevitabilmente porta la Samp a vivere una delle sue peggiori serate, ma anche una delle peggiori del calcio italiano in Coppa degli ultimi venti-trent’anni. Di fronte, c’era un avversario che in campionato veniva da una sconfitta per 4-0 (proprio sotto gli occhi di Zenga, andato ad osservare il match col Cukaricki) e da un pari nelle prime due uscite di campionato e che per arrivare qui aveva dovuto giocare due preliminari, contro gli ungheresi dell’Mtk Budapest e i lettoni dello Spartaks. L’atteggiamento della Sampdoria è stato quello di chi affronta una squadra di dopolavoristi: ne è uscita una lezione che verrà ricordata per sempre. I gol presi per due volte al pronti-via sono la dimostrazione che l’undici sceso in campo non c’era per niente, né di gambe né di testa e che in partita non c’è mai entrato, quasi che la vittoria fosse dovuta. Difficile stabilire dei migliori e dei peggiori, in un disastro collettivo del genere. Malissimo Barreto: gli avversari gli scappavano via da tutte le parti, non ha tenuto un pallone, ha lanciato nel vuoto. Terribili Krsticic e Muriel. Colpevole in almeno due gol presi capitan Palombo, ma forse il delitto è stato di chi ha voluto schierarlo in una difesa a due centrali, ruolo mai stato suo.
A fine partita, giocatori e allenatori sono andati a chiedere scusa a una tifoseria inferocita, che ha invitato tutta la squadra ad andarsene di lì. Zenga è voluto rimanere, dicendo in continuazione: «È colpa mia». In diretta tv (già, perché il match era pure trasmesso dalla Rai, giusto perché tutti gli italiani, anche i tifosi delle altre squadre, abbiano potuto farsi due risate), è andato in scena un umiliante teatrino finale tra tifoseria e organico. Spiace accanirsi, ma è ovvio che a Zenga spettino le colpe maggiori. Una squadra non può presentarsi a un appuntamento europeo con una condizione così pietosa e senza la minima idea dei ruoli e degli schemi. Una serata terribile, e il bello è che i serbi avrebbero potuto fare persino altri gol, se ripensiamo alla punizione di Stanisavljevic, alla traversa colpita dallo stesso Stanisavljevic sullo 0-1 o lo 0-4 mancato da pochi passi da Palocevic, poco prima del quarto gol effettivo.
Al di là della bravura o non bravura di Zenga, è difficile capire poi perché ogni volta che c’è da andare sul sicuro, si vada invece a prendere un allenatore-scommessa. È una costante negli ultimi anni. Ti qualifichi ai preliminari di Champions, e prendi Di Carlo. Devi salvarti a tutti i costi, perché la stagione va a “schifio”, e prendi Cavasin (o Platt!). Devi tornare immediatamente in A, e prendi Atzori. Torni in Europa, e prendi Zenga. Perché non puntare mai su un allenatore fatto e finito, esponendo anzi il nuovo mister alla gogna?
Lo 0-1 nasce sull’asse Stanisavljevic-Ivanic, lesti a diagolare in area, approfittando di un Palombo lentissimo e fuori fase. Il diagonale di Ivanic trafigge Viviano. La reazione della Samp si limita a tiri in curva di Eder e Muriel e a una punizione del nuovo acquisto Fernando. In avvio di ripresa, Ozegovic sfugge a Palombo e calcia in porta: Viviano respinge, ma nella ribattuta arriva il solito Stanisavljevic (il migliore in campo assieme a Ozegovic). Pochi minuti ancora, ed ecco lo 0-3, con Viviano che esce dall’area per anticipare Ozegovic, costringendolo a fare la cosa più difficile, un pallonetto da fuori. Purtroppo, il pallonetto arriva a buon fine e la palla entra per la terza volta nella porta blucerchiata (a conti fatti, un errore del portiere, che aveva provato con l’uscita a colmare l’ennesima falla della difesa e di un addormentato Palombo, che ancora una volta aveva permesso all’avversario di involarsi indisturbato verso la porta). E proprio allo scadere, arriva pure lo 0-4, con un euro-gol ancora di Ozegovic,
Detto delle colpe di giocatori e allenatore, non mancano quelle della società. Come era accaduto col Werder Brema nell’estate del 2010, anche questa volta, la Samp si è presentata al preliminare col cartello dei lavori in corso. Ai tempi, mancava un terzino destro (salvo poi riprendere Zauri, una volta uscito), questa volta mancava una punta centrale, con Okaka venduto all’Anderlecht proprio alla vigilia della sfida, e con la squadra obbligata a puntare tutto su un attacco leggero formato da Muriel ed Eder, entrambi fuori condizione, con quest’ultimo (che teoricamente doveva essere quello messo peggio a seguito dell’infortunio rimediato a giugno con la nazionale italiana), che ha fatto qualcosina di più. In panchina, solo il giovane Bonazzoli. Arrivare a giocarsi l’obiettivo primario della stagione con la squadra incompleta è da folli (leggere i nomi dei panchinari per capire quanto sia corta la rosa. O prendere atto che per l’assenza dell’ultimo minuto di Regini, colpito da virus inestinale, sia stato schierato un centrocampista in difesa). Una politica approssimativa che prontamente è stata pagata cara. È persino incredibile che ora si parli dell’allenatore: alla dirigenza i dubbi sarebbero dovuti venir prima, non a buoi scappati. Questa epocale batosta (che contrariamente a quanto detto da Zenga in conferenza stampa a fine match, non ci farà per niente bene) segna anche il momento più difficile della gestione Ferrero. Fino a quando i risultati arrivavano, le sceneggiate, i gesti plateali e l’italiano stentato, strappavano sorrisi. Ora, rischia anche lui di finire nella contestazione di questa metà estate. Le dichiarazioni spocchiose della vigilia (Come il «vinciamo 4-0») suonano come una beffa incredibile. Più che mandare a quel paese Gasperini, reo di aver detto che il Genoa avrebbe fatto meglio della Samp in ogni caso, essendo arrivato più avanti, prenda atto dello scempio.
Su internet, si sprecano le ironie rossoblù, dopo questa debacle. Come sembra lontano l’aereo volato sui cieli della Liguria con sfottò al Grifone, dove un cartello recava la scritta “Senza licenza porta pazienza”. E come stride ora quel poco elegante “grazie rumente” mostrato in favore di telecamere dal pubblico durante la gara. Una figuraccia che solo un impensabile 5-0 al ritorno potrà lavare.
La stagione è già in salita, e siamo solo in estate. Incredibile.
Nelle foto, tratte dal sito de Il Secolo XIX, i tifosi della Samp sulla tribuna dell’Olimpico di Torino (il Ferraris era indisponibile per i lavori di rifacimento del campo); Muriel tra due avversari; un colpo di testa di Silvestre in anticipo sull’indemoniato Ozegovic; Walter Zenga sulla panchina doriana: un esordio terribile; un’uscita di Viviano; Ferrero a fine partita chiede scusa ai tifosi.

5 thoughts on “Europa League – terzo turno preliminare – andata / SAMPDORIA-VOJVODINA 0-4

  1. http://www.pianetasamp.blogspot.comAnalisi severa, crudele, spietata ma sacrosanta e assolutamente condivisibilissima caro Giovanni…Permettimi però una postilla sullo striscione GRAZIE RUMENTE che hai stigmatizzato, forse ( non essendo tu genovese ) non ne conosci la storia perchè il primo striscione GRAZIE RUMENTE fu a…parti invertite e venne realizzato nella stagione 1980/81 in quanto una nostra vittoria in casa della Lazio permise ai rossoblù di distanziare i biancoocelesti proprio di due punti e di centrare così la promozione in serie A, insomma il nostro è stato uno sfottò versione remake che almeno qui a Genova è "accettato" serenamente da entrambe le tifoserie…ciao!

  2. http://www.pianetasamp.blogspot.comAnalisi severa, crudele, spietata ma sacrosanta e assolutamente condivisibilissima caro Giovanni…Permettimi però una postilla sullo striscione GRAZIE RUMENTE che hai stigmatizzato, forse ( non essendo tu genovese ) non ne conosci la storia perchè il primo striscione GRAZIE RUMENTE fu a…parti invertite e venne realizzato nella stagione 1980/81 in quanto una nostra vittoria in casa della Lazio permise ai rossoblù di distanziare i biancoocelesti proprio di due punti e di centrare così la promozione in serie A, insomma il nostro è stato uno sfottò versione remake che almeno qui a Genova è "accettato" serenamente da entrambe le tifoserie…ciao!

  3. Ciao Andrea, grazie per la precisazione. È che per come sono fatto io, preferisco il tifo a favore che non quello contro (non tanto per buonismo, ma perché abbiamo già tanti problemi su di noi, che non mi va di andare a guardare in casa d'altri). Ad ogni modo, ammetto che non conoscevo la storia dietro a questo striscione, che essendo una "vendetta" per quell'episodio, riacquista almeno un senso. Ho letto anche io la tua analisi, Andrea, ed è condivisibile al 100%. Seguo sempre il tuo blog, commento un po' meno perché in generale sto vivendo la Samp con molto più distacco (tanto da valutare bene il da farsi in merito a questo blog, per la stagione entrante).Ciao!

  4. http://www.pianetasamp.blogspot.comGrazie Giovanni, spero che tu possa continuare ad avere tempo e voglia per curare il tuo blog, comunque vedo che sei sempre più lanciato sul sito del Guerin e ne approfitto per farti i complimenti, essere l'autore di articoli per la versione on line di un giornale così prestigioso dev'essere una gran bella soddisfazione e motivo d'orgoglio…ciao!

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