L’esonero di Walter Zenga è arrivato a ciel sereno. Appena pochi giorni fa, Gianluca Vialli era andato a far visita alla Samp a Bogliasco, complimentandosi nell’occasione con l’Uomo Ragno per il suo lavoro e per i frutti che stava cominciando a portare. L’idea di un addio non era neppure contemplata.
Poi è arrivato il k.o. con la Fiorentina, che per la Samp è stato il primo in casa di questo campionato. Brusco, netto, con il Doria in balia degli avversari e che obiettivamente non ha toccato palla. Dopo la sconfitta con i viola, è arrivato l’esonero da parte di Ferrero, che cacciando il mister, ha sconfessato la sua mossa estiva. «Se fallisce, lui fallisco io, è una mia scelta e me la tengo stretta», aveva detto il funambolico (si dice così, vero?) presidente del club ligure.
Poi è arrivato il k.o. con la Fiorentina, che per la Samp è stato il primo in casa di questo campionato. Brusco, netto, con il Doria in balia degli avversari e che obiettivamente non ha toccato palla. Dopo la sconfitta con i viola, è arrivato l’esonero da parte di Ferrero, che cacciando il mister, ha sconfessato la sua mossa estiva. «Se fallisce, lui fallisco io, è una mia scelta e me la tengo stretta», aveva detto il funambolico (si dice così, vero?) presidente del club ligure.
Le cose non hanno mai funzionato al 100%. In estate è arrivata la figuraccia col Vojvodina, una delle peggiori raccolte dal calcio italiano in Europa negli ultimi anni: uno 0-4 interno che ha segnato la fine già tra luglio e agosto di un’avventura guadagnata con tanta fatica l’anno prima (e arrivata a seguito del ripescaggio ai danni del Genoa). Archiviato quel risultato, la Samp è partita bene in campionato, superando 5-2 il Carpi alla prima giornata, impattando a Napoli alla seconda, prevalendo sul Bologna alla terza, e dopo la sconfitta di Torino contro i granata, ottenendo un prestigioso 2-1 sulla Roma. Risultati che avevano fatto in parte dimenticare il burrascoso debutto europeo. In seguito, la squadra è calata: ha perso male a Bergamo e più di quanto dica il 2-1 finale, ha pareggiato con l’Inter, quello sì un bel risultato (con Correa a divorarsi il gol a porta vuota…), è caduta a Frosinone in un’altra trasferta incolore, ha battuto 4-1 il Verona fanalino di coda (unica vittoria nelle ultime sette uscite), ha pareggiato con Empoli e Chievo, e infine ha perso contro la Fiorentina, ponendo fine all’imbattibilità dell Ferraris. Un cammino non esaltante, ma pur sempre in linea con quanto voluto dalla società, i cui obiettivi sono quelli di finire nella colonna di sinistra, e la Samp, essendo al momento decima, lo è.
La crisi degli ultimi risultati ha convinto Ferrero a optare per un cambio della guardia e ora a Genova sognano di far planare per la terza volta l’Aeroplanino Montella (sarebbe il terzo allenatore consecutivo con un passato nel club, ipotesi che varrebbe per altro anche con gli altri due nomi circolati, Delneri e Corini). Di mezzo c’è una clausola da 4,5 milioni di euro che la Samp dovrebbe pagare alla Fiorentina.
Nonostante le parole d’amore dette in più di una occasione da Zenga verso i colori blucerchiati, il feeling non è mai sbocciato a pieno, ed è sembrato sempre che la fiducia per l’ex portiere fosse “a tempo”. Quello 0-4 contro il club che fu di Boskov ha tolto certezze alla squadra. Il clima a Bogliasco evidentemente non era dei migliori: alla Samp, infatti, c’era già stato l’allontanamento del vice-allenatore Gigi Cagni, cacciato a inizio settembre, con Francesco Pedone promosso al suo posto. Un altro indicatore di una squadra un po’ in confusione.
Per la quinta volta nelle ultime sei annate, la Samp finirà il campionato con un allenatore diverso da quello con cui lo aveva iniziato: nel 2010-11, Cavasin rimpiazzò Di Carlo; nel 2011-12, in B, Iachini subentrò ad Atzori; nel 2012-13, di nuovo in Serie A, Rossi sostituì Ferrara; nel 2013-14, Mihajlovic diede il cambio allo stesso Rossi; quest’anno le valigie in anticipo è toccato farle a Zenga. E i famosi progetti sbandierati dai presidenti, vanno a farsi benedire.
Si può sbagliare la scelta di un allenatore o non essere convinti a pieno della decisione presa. Ed è innegabile che la Samp abbia mostrato un gioco costruito troppo spesso sulle sole iniziative dei singoli Eder e Muriel e che fuori casa non abbia mai dimostrato personalità (appena due punti lontano da Genova. Solo il Frosinone ha fatto peggio. Strano per una formazione come quella genovese, che ha sui contropiedi i punti di forza). Ma senza assilli di classifica e con una posizione ancora accettabile, si sarebbero potute valutare le somme a fine stagione.