Son finite le parole…

 
SAMPDORIA-LECCE 1-2
LA PARTITA
“Son finite le parole”, come recita lo striscione della Gradinata Sud. Non ce ne sono più per descrivere questa stagione maledetta, che ci vede sempre più invischiati nei bassi fondi della graduatoria. Continuiamo a perdere gli scontri diretti in casa e a perdere posizioni in classifica, a favore di chi ci ha appena battuto: dopo Catania e Parma infatti è il Lecce a battere la Sampdoria mettendo la freccia e sorpassandola. La cura-Cavasin non sta funzionando; dopo un mese di lavoro il bilancio è negativo: tre sconfitte ed un pari, un gol fatto e quattro presi. E non si vede quella scossa che avrebbe dovuto avere la squadra. Circolano persino delle voci sul ritorno di Di Carlo. Secondo Cavasin stesso “cacciarmi sarebbe il peggio del peggio, ma non sono cose che devo scegliere io”. Francamente, non c’è bisogno di un’altra dimostrazione di confusione da parte della dirigenza. Difficile essere d’accordo col tecnico invece quando dice di “aver risolto molti problemi dal mio arrivo”. Numeri alla mano, non sembrerebbe. Nelle ultime cinque partite interne sono arrivate altrettante sconfitte (tre con Di Carlo, due con Cavasin).
Lo sconforto dopo l’ennesima partita da vincere buttata al vento è tanto: la B ad un punto e la doppia trasferta Milano-Bari in arrivo, lasciano presupporre scenari che nemmeno il più pessimista dei tifosi avrebbe immaginato qualche mese fa. La squadra è impaurita e non dà l’impressione di riuscire ad invertire la rotta. Se si perdono anche le partite giocate bene, come questa col Lecce, sono guai. La gara ha visto infatti la Sampdoria prevalere sugli avversari come gioco, possesso e occasioni, ma non nel risultato finale, che premia i salentini, bravi e fortunati in occasione delle due marcature. Chiariamo: il Lecce non ha rubato nulla e ha fatto una gara in trasferta che noi ora come ora possiamo solo sognarci, ma in questa fase non ce ne va dritta una.
Nel primo tempo, dopo un sinistro da fuori di Ziegler che sfiora il palo e un bel diagonale di Maccarone deviato in corner da Rosati, la squadra di De Canio colpisce quando su un corner Palombo non riesce a liberare un tiro di Jeda: la palla gli rimane sotto i piedi e finisce proprio dalle parti di Di Michele, che trafigge Curci col destro. Nella ripresa, stesso copione: la Samp attacca ma la difesa del Lecce non capitola. Rosati è attento sia sulla botta di Guberti, che nel successivo tap-in di Maccarone. I pugliesi si rivedono dall’altra parte e colpiscono, spietatamente: Di Michele serve Olivera che viene murato da Martinez, ma il rimpallo lo aiuta: l’uruguaiano riesce così a calciare in porta e a raddoppiare.
Solo sullo 0-2, la porta giallorossa viene violata: Guberti vince un contrasto sulla linea di fondo e mette in mezzo per Maccarone, che di sinistro calcia di potenza, trovando il terzo gol della sua esperienza blucerchiata. L’espulsione di Mannini per doppia ammonizione scombussola i piani di Cavasin, che già aveva dovuto togliere Gastaldello e messo dentro Macheda, sbilanciando la squadra in avanti. Con Biabiany, Pozzi, Maccarone e Macheda dentro tutti insieme la Samp cerca il gol del pari, ma gli attacchi sono disordinati e non si contano i cross sballati o le palle che finiscono sul fondo. Palombo ha due chance ma non le sfrutta: un suo tiro da dentro l’area finisce in gradinata; un suo colpo di testa proprio al 90′ termina tra le braccia di Rosati. E come se non bastasse, dagli altri campi arrivano i punti esterni di Brescia e Cesena, coi romagnoli addirittura capaci di rimontare due gol al Palermo nei minuti di recupero.
La geniale dichiarazione di Cavasin a chi gli chiedeva se il problema rimanesse quello del gol, è la ciliegina della giornata: “no, se non avessimo subito i due gol del Lecce avremmo vinto 1-0”.
I PIÙ E I MENO
+  Maccarone: fa più movimento del solito e trova il gol che riapre la partita.
  Palombo: perde la palla in area “servendo” Di Michele nello 0-1, sbaglia il gol del possibile 2-2 calciando alto da posizione favorevole. Nel finale un suo colpo di testa centrale viene parato da Rosati.

Nelle foto, la splendida coreografia della Gradinata Sud; Volta tallona Jeda, uno dei migliori; lo stesso Volta finisce in rete in occasione del 2-0 dell’ex Olivera.

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