SVANISCE IL SOGNO


SAMPDORIA-WERDER BREMA 3-2 dts
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LA PARTITA

Purtroppo aveva ragione Giampaolo Pazzini: “a Genova sarà una partita lunghissima”, aveva detto dopo la gara d’andata facendo capire che c’era tutto il tempo per ribaltare lo svantaggio. Lunghissima vuol dire 95 minuti e proprio nelle battute conclusive della partita tra Samp e Werder Brema, si è consumato il dramma blucerchiato. Gli uomini di Di Carlo erano praticamente riusciti nell’impresa. Serviva un 2-0 per dimenticare l’1-3 di Brema e addirittura stava 3-0. Al 93′, la doccia gelata, e i supplementari, a rendere ancora più lunga la sfida.

L’avvio è splendido. Già al 13′ la Samp ha trovato ciò che le serve: un doppio vantaggio senza gol subiti. La prima marcatura è stata un colpo di testa di Pazzini su un cross al bacio di Cassano, in crescita rispetto al Cassano di sei giorni fa. La seconda, ancora firmata Pazzini, un gol al volo imparabile per chiunque su una bella punizione di Stankevicius. Il Pazzo fa esplodere il Ferraris e il terzo gol già nel primo tempo, ancora di testa, glielo toglie Mertesacker sulla riga. Nella ripresa, come è normale che sia, il Werder sale in cattedra e comincia a mangiare metri alla Sampdoria, la cui benzina in corpo sta per entrare in riserva. Ciononostante, il Doria mantiene calma e concentrazione e non rischia troppo. Guberti, schierato come vertice alto di un insolito rombo di centrocampo, è stato uno dei migliori della squadra, a svariare dietro le punte, e la sua sotituzione per Tissone, sarà forse l’unica sbavatura di Di Carlo, che ha interpretato la gara alla perfezione. Lo stesso Guberti dimostra di non gradire il cambio, uscendo arrabbiato. La sorte ci mette lo zampino e Tissone appena entrato, si fa male e deve uscire. Il centrocampo torna composto da due centrali, Palombo e Dessena (Poli era infortunato), che hanno ben figurato in mezzo ai giganti del Brema. A quattro minuti dal 90′, arriva il terzo gol sampdoriano: Mannini allarga per Semioli, che mette al centro: Cassano di tacco beffa Wiese che tocca ma non blocca e può solo guardare il pallone che entra piano piano in rete. Il 3-0 dovrebbe dare più serenità ai liguri, che ora subendo un gol non andrebbero fuori, ma ai supplementari. Chissà, forse proprio questo pensiero ha tolto un po’ di concentrazione, perché il Werder prima sfiora il gol con Arnautovic, poi lo segna per davvero. Ziegler scivola, Rosenberg ringrazia e batte Curci con un tiro all’angolino. Il Ferraris è ammutolito: è tutto da rifare. Come se non bastasse, un minuto prima Di Carlo aveva richiamato Cassano in panchina per una botta alla caviglia, e inserito Pozzi. Senza il suo uomo più fantasioso, con la squadra sfinita e il morale a pezzi, si dovrà giocare un’altra mezz’ora contro un undici che è appena scampato all’Inferno.
Inevitabile dunque l’atteggiamento difensivo ai supplementari, anche se la mazzata è stata tremenda. Gli sguardi dei giocatori della Samp non promettono niente di buono: sembra che ormai siano rassegnati al loro destino, magari i rigori… (Cassano è quasi in lacrime in panchina). Al 100′, Marin, ormai una costante spina nel fianco, dribbla Mannini serve Pizarro, che fa partire un rasoterra preciso da fuori area. È il 3-2. La partita finisce qui: alla Samp servirebbero ora due reti, non è aria. Anzi, proprio all’ultima azione, Arnautovic sbaglia a porta vuota, dopo un palo colpito da Marin, il gol del 3-3.

Anche se è andata male, la serata rimarrà una delle più intense di sempre nella storia del club blucerchiato. L’attesa per cercare una rimonta improbabile, uno stadio pieno di gente appassionata e realmente innamorata di questa squadra, i gol di Pazzini in apertura, una tensione che dura per tutta la partita, il tacco di Cassano sotto la Sud, e poi la grande delusione: il 3-1 di Rosenberg che fa ricominciare da zero tutto e il gol di Pizarro ai supplementari che chiude ogni discorso, fino agli applausi finali del Ferraris per i propri beniamini, che hanno dato tutto e per questo sono stati ringraziati dai tifosi. Ancora una volta, dal tifo blucerchiato, è arrivata una lezione di tifo e compostezza. Non seggiolini che bruciavano o tifosi che contestavano, ma qualche lacrima e appunto, uno scroscio di applausi.

LE PAGELLE

Curci 6
Stankevicius 6 Volta 7 Gastaldello 6,5 Ziegler 5,5
Palombo 6,5
Semioli 6 Dessena 6
Guberti 7
Cassano 6,5 Pazzini 8,5

+ Tissone ng Mannini 5,5 Pozzi 5,5
Di Carlo 7

Pazzini 8,5: una doppietta alla Vialli, di prepotenza e di grande repertorio: testa e destro al volo. Mertesacker gli nega la tripletta salvandogli un gol sulla riga di porta. Da tutto ciò che ha. È l’attaccante italiano più forte del momento, guai a venderlo ora che siamo stati eliminati.

Ziegler 5,5: sarebbe stato sufficiente fino al 93′, quando è maledettamente scivolato lasciando spazio a Rosenberg, il quale ha avuto tempo di mirare e di portare la partita ai supplementari.

Mannini 5,5: dovrebbe portare freschezza, invece non si vede tanto. Suo comunque il passaggio per Semioli, da cui è nato il 3-0.

Pozzi 5,5: entra dopo il 3-0, ma a parte i primi due minuti, è la fase più difficile della Samp. Ai supplementari i doriani hanno praticamente abbandonato la gara, lui sta fuori dal gioco.

Nella foto, l’amarezza di capitan Palombo.