Il pagellone della stagione

Curci, 5: secondo me gli sono state date più colpe di quelle effettive. Comunque prestazioni che oscillano tra l’insufficienza e l’ordinaria ammistrazione. Mai dato quel “di più” che offrivano l’anno scorso i nostri ottimi portieri.

Accardi, 5,5: così così.
Cacciatore, 5: non ci siamo.
Gastaldello, 5,5: il leader della nostra difesa cala di prestazioni nell’orribile girone di ritorno della squadra. Nella prima parte aveva fatto bene, tant’è che lo abbiamo visto pure in nazionale (e in più siamo stati tra le difese meno battute del campionato fino al crollo di gennaio).
Laczko, 6: una piacevole sorpresa, tutto sommato.
Lucchini, 5: completamente diverso  dal Lucchini dello scorso anno. A questo punto, quale sarà quello vero?
Martinez, 6: la scarsa forma dei compagni, ha fatto sembrare lui, che veniva da un’altra squadra, una spanna sopra tutti.
Volta, 5,5: a inizio stagione sembrava più forte di quel che poi si è rivelato. In molti gol è colpevole, perdendosi malamente l’uomo (vedi Kozak in Lazio-Samp).

Zauri, 5,5: gli anni si sono fatti sentire.
Ziegler, 6: non naufraga nella mediocrità della squadra. E infatti, lo abbiamo perso.

Biabiany, 4,5: ha la scusante di venir impiegato fuori ruolo, da punta, lui che è chiaramente un esterno. Quando gioca sull’ala, va in gol e offre velocità, peccato che era il giorno della retrocessione. Un po’ tardi…
Dessena, 4,5: la sua funzione è quella di randellare, ma fa male anche quello.
Guberti, 6: partito Pazzini diventa il capocannoniere della squadra. Ma è troppo fumoso, al limite dell’irritabilità.
Koman, 5: non all’altezza della Serie A, almeno per ora.
Mannini, 6: non è un campione, ma almeno ci mette voglia e corsa, cose sconosciute a molti altri componenti della rosa. Il gol al Brescia a tempo scaduto, poteva ridare vigore alla squadra, ma non è stato così.
Palombo, 6,5: l’unico che ci mette la faccia. In autunno chiede rinforzi, ma Garrone gli tappa la bocca. Le sue lacrime dopo Samp-Palermo sanno di vero calcio. Diciamo che il video con Poli, quello sì, se lo poteva risparmiare.
Poli, 6: si gioca il posto con Tissone. Va meglio lui dell’argentino, anche se non c’è stato alcun salto di qualità.
Tissone, 5,5: giocatore difficile da capire, nella sua variabilità. Discontinuo, passa da buone gare a gare incolori nel giro di pochi giorni.

Cassano, 6,5: inutile prolungarsi sulla lite con Garrone. Doveva essere il suo anno, e invece finisce dall’essere la nostra star a fare il comprimario nel Milan. Ritrova la nazionale con Prandelli, ma perde la Sampdoria che lo amava tanto. E nel modo più doloroso.
Maccarone, 4: il fatto che a Palermo si alternasse tra panchina e tribuna, avrebbe dovuto far riflettere i dirigenti. Fuori forma, tre gol ma nessuno decisivo.
Macheda, 3: doveva “far aumentare l’entusiasmo di dieci volte” e invece fa aumentare solo i giramenti di uallere. Chiude con un solo gol in Coppa Italia. E ora Ferguson, inizialmente arrabbiato perché non lo facevamo giocare, pare averlo scaricato.
Marilungo, 5: non riesce a sopportare la pressione di dover sostituire Cassano.
Pazzini, 7: tre gol al Werder Brema (ma Garrone diceva che in estate giocava male), un gol pesante a Cesena e la tripletta a Lecce. Se ci fossimo salvati, Mr. coerenza avrebbe dovuto fargli una statua, e invece ha preferito fargli vestire i panni del mercenario e svenderlo all’Inter, senza rimpiazzarlo e sapendo che Pozzi era ancora out due mesi.
Pozzi, 6,5: ci tiene a galla nel finale di stagione. Peccato non averlo avuto prima, per via dei soliti infortuni. Unico giocatore espulso per bestemmia (tra l’altro negli spogliatoi) dell’intero campionato.

Di Carlo, 5: la sua Samp iniziale giocava male ma perdeva poco (alla quindicesima giornata, appena due sconfitte). Quando gli vendono i pezzi migliori, manda giù senza fiatare e inizia il tracollo. Contestato dai tifosi, se ne va dopo il 2-3 col Cesena.
Cavasin, 3: non vince neanche una partita in casa. Solo a Bari (su rigore), la sua Samp ottiene i tre punti. Troppo poco per chi si era presentato come “Panchina d’oro” e “fenomeno”. Vergognose le minacce che gli rivolgono quei tifosi a Bogliasco.

Gasparin, 5: un mercato fatto solo di rientro-prestiti e dell’acquisto di Curci. Si tira indietro quando annusa in anticipo l’aria che sarebbe tirata in seguito.
Garrone, Tosi, Guastoni, 2: l’Armata Brancaleone era più organizzata.

Senza voto, gli altri componenti della rosa.

4 thoughts on “Il pagellone della stagione

  1. Ciao Andrea, verrò a commentare le pagelle appena le posti! Ammetto che che il 6,5 a Palombo non è tecnico, ma più per il cuore che ha messo, in campo e fuori. Ciao!

  2. (Traduzione di Google)Ciao, Giovanni. Okay? I'll scrivere i tuoi appunti sul mio blog, ok? Poi darò la mia nota, giusto? ok? Abbraccio! Arrivederci.Júlio César – Brasilewww.sampbrasil.wordpress.comMSN: [email protected]

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