GENOA-SAMPDORIA 2-1
LA PARTITA
Un cerchio che si è chiuso: dal gol di Rosenberg nel preliminare a quello di Boselli. Due reti nel recupero, nello stesso angolino della stessa porta, che i tifosi sampdoriani non dimenticheranno facilmente. Nel mezzo, è successo di tutto. Abbiamo perso gli uomini migliori e il ds, licenziato l’allenatore, perso Europa League (al 90′ pure quella), Coppa Italia, il derby d’andata, e fatto un ritorno orribile. Il secondo derby perso, il quinto in tre anni, segna il momento peggiore della nostra scellerata stagione. Mai siamo stati a -2 dalla salvezza in questo campionato: ritrovarcisi a due giornate dal termine e in un modo così scottante equivale quasi ad una resa. Il Genoa voleva darci il colpo di grazia e ci è riuscito. Anche dal punto di vista mentale, sarà dura per una squadra già fragile, riprendersi da una sconfitta nella stracittadina arrivata al settimo minuto di recupero. Il pomeriggio aveva mandato i primi segnali pessimistici: le vittorie di Cesena e Lecce davano ancora più pressione ai blucerchiati, costretti a vincere contro un Genoa a dire il vero tutt’altro che irresistibile. La Samp controlla la gara senza pungere, il Grifone fa poco ma punge eccome: corner nel recupero del primo tempo, spizzata di Palacio e gol dell’ex avvelenato Floro Flores, che con la Samp aveva segnato il suo primo gol in Serie A, ma che poi ha coltivato un odio profondo per i nostri colori (alla Carparelli insomma). Proprio l’attaccante napoletano aveva detto qualche tempo fa “mandiamoli in B”. Nella ripresa, il copione cambia di poco, ma finalmente anche il Doria riesce a trovare il gol. Sassata di Palombo da fuori area, “cappella” di Eduardo a cui non riesce la presa e tap-in di Pozzi, che di ginocchio ristabilisce la parità. La partita sembra archiviarsi sull’1-1, ma ecco il pepe nella coda. Prima i rossoblù restano in dieci per l’espulsione di Mesto; poi trovano il 2-1 all’ultimo respiro. Il neo-entrato Boselli prende palla in area e non curandosi nemmeno della labile marcatura di Lucchini, trova l’angolino vincente per battere Da Costa, preferito a Curci dopo le ultime incerte prestazioni. Per la Samp è un incubo, per i tifosi del Genoa il sogno è realtà. Ed ecco così apparire in Gradinata Nord striscioni di sfottò alla squadra (“chissà com’è il sabato alle 15 con lei”, tanto per fare il verso all’inno doriano; “Bye Bye ciclisti” con le B maiuscole) e ironici attestati d’amore per Garrone, autore di questo capolavoro. E se gli ultras genoani scelgono la via dell’ironia, ecco che i soliti imbecilli dall’altra parte scelgono quella della violenza: aggrediti un paio di steward. Certo, colpa loro se la squadra è terzultima e già domenica prossima potrebbe essere retrocessione matematica…
I PIÙ E I MENO
+ Palombo: l’ultimo a mollare. Si conferma l’anima della squadra.
– Maccarone: subentra ad un buon Pozzi ma non si vede praticamente mai.
Nelle foto, la disperazione di Mannini; l’esultanza di Pozzi; la splendida coreografia double-face dei tifosi doriani.