“A” presto?

ROMA-SAMPDORIA 3-1
LA PARTITA
Finisce qua la pagliacciata della Sampdoria 2010/2011. Auguriamoci un pronto ritorno in Serie A, ma in ogni caso sarà impossibile dimenticare l’onta di una stagione come questa appena consegnata agli archivi. All’Olimpico di Roma si chiude con una sconfitta la seconda peggior stagione di sempre del club in Serie A (nel ’77 andammo giù con 24 punti, che coi 3 punti a vittoria diventano 30: ma c’erano anche otto partite in meno…). I 36 punti rappresentano qualcosa di clamoroso, se consideriamo che al giro di boa ne avevamo 26, uno in meno dell’Udinese arrivata quarta. In tutto, una media di nemmeno un punto a partita e un ritorno in cui abbiamo fatto peggio di tutti con due vittorie e quattro pareggi.

Ripartire, ora. Le dichiarazioni di Garrone in settimana (l’attenzione al bilancio e la voglia di tornare in A coi giovani) non fanno di certo sognare, ma prima di giudicare bisognerà ovviamente verificare il mercato del nuovo ds Pasquale Sensibile, quest’anno al Novara, ufficializzato venerdì (il tanto atteso CdA in cui si dovevano potare i fichi secchi ha portato solo il suo nome e l’ingresso ufficiale di Edoardo Garrone nell’organigramma, e nessuna potatura. Rimangono Mondini e Guastoni: addirittura la società si è infuriata col Secolo XIX reo di aver ospitato un’intervista a Carmine Longo in cui si parlava male di Guastoni, il commercialista che tiene per l’Inter, tanto odiato dal pubblico sampdoriano). L’allenatore scelto già potrà dare qualche indicazione: uno come Delio Rossi non sembra proprio il tipo che scende in B se non c’è un progetto vero. Ma il suo nome sarà davvero nei taccuini doriani o solo in quelli dei giornali?
Quanto alla partita, nessuno s’aspettava niente di buono, viste le ormai nulle motivazioni, i pochi allenamenti in settimana (gli ultimi due sono stati annullati dopo le intemperanze degli ultras a Bogliasco, che avevano chiesto a Cavasin di non andare in panchina con la Roma e ai giocatori di non scendere in campo con la maglia blucerchiata perché non la meritano), la maggior forza della Roma e ovviamente, la debolezza della nostra squadra. Per questi motivi, ha destato sorpresa l’1-0 di Mannini, in tap-in dopo una respinta in area di Lobont su bolide di Ziegler. Fino a quel momento, ma anche da lì in poi, la Roma aveva fatto la partita. Totti si conferma spietato contro di noi e segna quasi subito il gol del pareggio con un destro angolato che batte Da Costa. Nella ripresa Vucinic (tiro sotto le gambe di Da Costa) e Borriello (ribattuta su una punizione di Totti) fissano il risultato della gara più inutile della stagione (a pari merito con quella col Debrecen in Europa League, in cui siamo andati in Ungheria con i giovani in quanto già eliminati: davvero un’annata piena di soddisfazioni…).

Contro i giallorossi si chiude il periodo, durato otto anni, della Samp in A. Mentre a Genova, i tifosi rossoblù organizzavano il nostro funerale, a Roma si giocava la gara d’addio per molti nostri uomini (Cavasin, Zauri, Ziegler, Martinez oltre all’ormai panchinaro Curci e al bluff Macheda per citare solo i partenti certi). Da oggi si penserà a come tornare subito nella massima serie. Ma ancor più del ritorno in A, i tifosi vorrebbero strappare ai dirigenti doriani un’altra promessa: quella di non venir più presi in giro in futuro. Non è solo la retrocessione in B:  quella per certi aspetti può anche “capitare” (anche squadre di un certo blasone come Deportivo e West Ham in altri campionati hanno pianto per questo motivo…), ma il modo in cui questa è maturata ad aver fatto perdere le staffe ai tifosi. D’ora in avanti meno arroganza (ad esempio basta trattare come appestati i tifosi delusi. Sulla Gazzetta Garrone ha detto che “la gente per bene mi ha dato ragione sul caso-Cassano”. E io che non gliela dò, chi sarei? La gente per male?) e più passione, per favore.
Nelle foto, Cavasin all’ultima panchina doriana (cinque punti in dieci gare); un’azione di Biabiany.