Terzultimi

MILAN-SAMPDORIA 3-0
LA PARTITA
“Milan-Sampdoria 3-0” è ormai un piccolo classico del calcio italiano. Nessuno si aspettava qualcosa di buono da parte blucerchiata in una partita simile. E infatti, ancora una volta la Samp è stata il nulla e la capolista non ha nemmeno dovuto faticare per superarci. Il fatto che il “fenomeno” Cavasin (così lui stesso si era definito domenica scorsa, bah…) parli di una punizione e di un rigore inesistente fa quasi tenerezza; come se avessimo perso per dei torti arbitrali e non perché la squadra gioca l’anti-calcio. E per anti-calcio non intendiamo ovviamente che la squadra non offre spettacolo, ma che non gioca nemmeno con un pizzico di grinta. Per una squadra che lotta per la salvezza (da oggi siamo per la prima volta in questo campionato tra le ultime tre), andare a San Siro e non prendersi nemmeno un cartellino giallo è significativo di quanto poco si sia lottato.

Il Milan ha messo subito in chiaro il canovaccio della gara: “noi attacchiamo, voi state dietro arraffazzonati”. Seedorf su punizione (gravi colpe di Curci, beffato sul suo palo) apre le danze. Il neo-papà Cassano su rigore e Robinho a porta vuota di testa, su assist ancora di Cassano, arrotondano il punteggio nella ripresa, dopo che il brasiliano si era mangiato un gol a tu per tu con Curci qualche minuto prima, sull’1-0. E Cassano ci grazia quando si fa parare una conclusione da Curci e calciandone un’altra in curva. La Samp, che ha rinunciato a Poli, Ziegler e Guberti, ovvero gli unici con un po’ di piedi buoni, non è pervenuta. Vuol dire che alla prossima decisiva sfida col Bari di domenica prossima, arriveremo riposati.
In settimana Edoardo Garrone, figlio del presidente, aveva dichiarato che “la famiglia Garrone rimarrà anche in caso di Serie B”. I dirigenti parlano già arrendevolmente da retrocessi, nominando la Serie B con una naturalezza da urticaria: brutto segno. E poi, sapere che chi ha distrutto la Sampdoria ha intenzione di rimanere, di questi tempi, sembra più una minaccia che una consolazione. 
I PIÙ E I MENO
  Cavasin: “la statistica dice che non facciamo gol da tempo interminabile”. Veramente la statistica dice che non facciamo gol da domenica scorsa contro il Lecce… Un punto in cinque gare, un gol fatto e sette presi: per chi si era presentato come il vincitore della panchina d’oro nel 2000 (sorvolando su tutti gli esoneri successivi) e per chi parla in conferenza stampa come uno che sta facendo i miracoli, non male.

  teppisti: alcuni delinquenti a volto coperto hanno assalito con pietre e bastoni il pullman della squadra, che nella notte stava rientrando da Milano (all’interno c’erano solo sette giocatori. Spero non siano confermate le voci che dicono che gli altri sono rimasti a Milano a godersi la movida…). Vetri rotti e minacce di morte in caso di retrocessione. Le stesse minacce apparse nel centro di Bogliasco i giorni scorsi. Casi sporadici, ma pericolosi.

 

Nelle foto, Zauri e Palombo soccorrono Gastaldello, a terra; Biabiany è seguito da Yepes.

3 thoughts on “Terzultimi

  1. Almeno Di Carlo ha l'umiltà che serve in queste circostanze… Non mi dispiacerebbe una sua richiamata, ma per me finiremo con Cavasin. Cheparla come Mourinho, ma almeno il portoghese ha i risultati dalla sua parte, e non un ruolino scandaloso. Anche se ho ormai la sensazione che retrocederemmo pure se chiamassimo Capello. (Anche la scelta di Cavasin è stata fatta al risparmio, da parte di Garrone. Ma che senso avrà tutto ciò?)

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